GIORNATA MONDIALE DEL TENNIS

Sapete perché le palline sono gialle?
È una decisione voluta dagli organizzatori dei maggiori tornei al mondo in virtù della perfetta visibilità della sostanza con cui sono dipinte, la hi-vis yellow (“giallo ad alta visibilità”).

Il match più lungo della storia?
11 ore e 5 minuti è il record registrato nel 2010 a Wimbledon da John Isner e Nicolas Mahut.

Qual è stato il servizio più potente di sempre?
Nel 2012 Samuel Groth servì raggiungendo l’incredibile velocità di 263 Km/h circa.

L’outfit del tennista…
Per regolamento i giocatori sono tenuti a indossare divise bianche. Tradizione iniziata negli anni ’60 e che se non rispettata penalizza tennisti con ingenti sanzioni.

A cosa serve quel rivestimento peloso?
Semplicemente quella peluria permette di controllare meglio il del colpo e di consentire al giocatore di imprimere l’effetto desiderato.

Non c’era giorno migliore di oggi 4 marzo Giornata Mondiale del Tennis per condividervi la nostra realizzazione.

Un pò di tempo fa ci siamo trovati di fronte ad un vecchio campo tennis in terra rossa che il proprietario voleva riqualificare.

Contrariamente, però, a tutte le altre proposte non abbiamo chiesto di realizzare un sottofondo asfalto o in cemento ma abbiamo proposto di posare il manto direttamente sulla terra rossa.

Questo perché di per se la terra rossa ha un alto potere drenante, inoltre i campi in terra rossa venivano costruiti con una stratificazione costruttiva che sotto al manto e al sottomanto prevedeva vari strati composti da diversi centimetri di massicciata, pietrisco e macinato, tutti elementi che garantiscono un buon drenaggio.

Insomma, i campi in tennis sono stati fatti sempre bene, per cui perché stravolgerli e non sfruttare il potere drenante? E se fra qualche anno l’erba sintetica passa di moda e torna la voglia di giocare sulla terra rossa? Si sa, questi aspetti cambiano, soprattutto nello sport… per cui basta arrotolare il vecchio tappeto e ricominciare a giocare sulla terra rossa!!

Per cui abbiamo deciso di pulire lo strato superficiale, sistemare la planarità del campo e stendere il manto in erba sintetica, che per l’occasione ci è stato richiesto di colore rosso, per dare una sorta di “continuità” anche visiva e per differenziarlo da altri campi da calcetto (di colore verde).

La scelta ha pagato? Sicuramente si, perché quando il manto sarà consumato il nostro cliente non si troverà con le mani legate ma potrà scegliere tra due soluzioni tecniche in piena serenità.